Lo strano caso di Felice C.

lo strano caso di Felice C.

Anno 1996
Genere Commedia
Regia Vincenzo Salemme
Soggetto Vincenzo Salemme
Sceneggiatura Vincenzo Salemme
Musiche Germano Mazzocchetti
Scenografia Tonino Festa
Costumi Pamela Aicardi
Fotografia Vittorio Bagnasco
Personaggi e attori
Vincenzo Salemme: Felice C.
Carlo Buccirosso: Giuseppe Cocuzza
Nando Paone: Nonno di Felice
Maurizio Casagrande: Luigi
Antonella Cioli: Clelia
Roberta Formilli: Livia
Antonio Ferrante: Ispettore dell’INPS


Trama

l funzionario della previdenza statale Giuseppe Cocuzza giunge a casa di un certo Felice C., avendo questi presentato richiesta per la pensione di invalidità civile. All’inizio incontra un anziano signore (il nonno paterno di Felice), che si muove su una sedia a rotelle e, chiamandosi anche lui Felice, Giuseppe crede che la richiesta riguardi l’anziano invalido.

Dopo una serie di esilaranti equivoci tra Giuseppe e l’anziano, compare il nipote (il vero Felice C. della richiesta). Cocuzza capisce che è costui che desidera avere il sussidio, ma rimane perplesso, perché è un uomo relativamente giovane e apparentemente in buona salute a chiedere la pensione di invalidità. Felice gli spiega che desidera avere la pensione a causa della caduta del comunismo, di cui era convinto seguace.

Cocuzza naturalmente non può accogliere la domanda, quindi Felice cerca di fargli capire il suo stato d’animo con una serie infinita di esempi, finché si fa prendere dalla rabbia a causa dell’indifferenza di Cocuzza e comincia ad urlare che, se non sarà accettata la sua domanda, sarà costretto a delinquere per vivere. Giuseppe scappa via spaventato.

Qualche anno dopo incominciano ad arrivare a casa di Giuseppe dei pacchetti contenenti 30 milioni di lire ogni fine mese. I pacchetti non hanno indicazioni del mittente, ma su ognuno di essi vi sono scritte frasi diverse contenenti sempre la parola ”Felice”.

Allora Giuseppe, insieme alla moglie Clelia e ai cognati Luigi e Livia, comincia a pensare a come nascondere i pacchetti al fisco, per evitare guai futuri e mantenere i soldi, mentre la moglie e il cognato vorrebbero spenderli il prima possibile.

In seguito si presenta a casa di Cocuzza il Felice C. di qualche anno prima, e gli confessa di essere lui il mittente dei pacchetti, essendo nel frattempo diventato un ricco malavitoso, come aveva promesso di fare quando Giuseppe si era rifiutato di accettare la sua domanda di pensione. Quindi prende a raccontare di come fosse diventato un potente spacciatore e di come avesse lasciato morire suo nonno in una casa di riposo. Rivela inoltre che i misteriosi pacchetti da trenta milioni rappresentavano la metà dei suoi guadagni, che sentiva di dovere a colui che, col suo rifiuto, gli aveva dato l’idea di entrare nella malavita.